Sito PD

Il blog del PD di San Donato non verrà più aggiornato.

Il circolo di San Donato ha infatti creato un sito, strumento che più del blog è in grado di permettere a tutti di partecipare alla costruzione del Partito democratico a San Donato.


Ringraziamo tutti coloro che in questi mesi sono intervenuti, vivacizzando questo luogo virtuale e rendendolo un punto di riferimento importante nella vita politica sandonatese.

lunedì 5 maggio 2008

Analisi del voto

Due incontri utili sul territorio:
6 maggio, Palazzo Isimbardi
7 maggio, Consiglio regionale

1 commento:

UP ha detto...

Avevo promesso a qualche amico (…e amica) di intervenire su questo sito, avendone il diritto. E ne ho il diritto in quanto, sia io che mia moglie, abbiamo partecipato a entrambe le primarie, quella di Prodi e quella di Veltroni.
La prima tornata è stata più entusiasmante: tutto il centrosinistra unito, con un contratto (che sembrava) vero. Nel senso di politico, non come quello notarile tra FI e Lega. Però forse è proprio quella la cosa che serve tra gli italiani di Machiavelli: una penale pecuniaria. Perché le firme in calce al programma sono subito evaporate nella rincorsa irresistibile al centro (che a sua volta si spostava a destra), sotto i ricatti d’un Dini qualsiasi che rappresenta sempre e solo se stesso (ma che è decisivo all’interno di un sistema elettorale e parlamentare tecnicamente masochista).
Tuttavia era preferibile cadere sotto l’evidente tradimento d’un giuda che abbandonare gli elettori di sinistra (a favore dei loro datori di lavoro), fidando sulla loro consolidata abitudine a prendere sberle. Soprattutto da quella che dovrebbe essere la propria parte.
Così alla seconda tornata sono andato molto obtorto collo. Ma a mia moglie, che me lo torceva, ho detto: ok, però Bindi! Ma poi (destino ripetitivo) anche quella che mi sembrava – la dico semplice, fuori dal politichese – la più combattiva, la meno cinicamente disposta a troncare a sinistra per cinguettare a destra, risultò non solo minoritaria numericamente (come prevedibile), ma del tutto ininfluente rispetto al ma-anchismo destrorso del buon Walter.
Così alle elezioni votai Arcobaleno. E lo feci sapendo bene cosa rischiavo: di scomparire come elettore rappresentato in parlamento. Ne ero talmente consapevole che ho anche girato un mio miniappello agli amici da me raggiungibili perché non cadessero nel più vigliacco (e stupido come ogni vigliaccheria) degli appelli del PD alla “sinistra estrema” (?) appena ripudiata perché esprimesse un “voto utile”!
Cos’era il voto utile? Pensa te: quello che, aggiungendosi agli incerti voti della coalizione-Brancaleone, occultasse numericamente la sconfitta della strategia (sedicente) solitaria, al costo di far scomparire dal parlamento la sinistra e – per la legge elettorale consapevolmente adottata (come coerente con tutta una società del rischio postmoderna?) – a costo di regalare, come regolarmente è avvenuto, un premio maggioritario inusitato al centrodestra vincente, di fatto, per qualche punto percentuale. Voto utile?
E’ Giorgio Galli a mettere in fila i numeri sul manifesto di mercoledì 2 luglio. Centrodestra contro (ex) centrosinistra: 46,8 a 42,9 per cento dei voti validi – nemmeno dei votanti, figurarsi degli elettori iscritti, dove la percentuale della “maggioranza” scenderebbe al 30%. E’ a questo 30% che il PD ha regalato l’ampia maggioranza in parlamento. Strano che Galli si chieda il perché della *esaltazione della sconfitta*, da parte, mi par di capire, dello stesso PD e della stampa amica.
E’ strano, intanto, perché lui stesso minimizza la sconfitta PD con questi numeri di voti: 2001, DS+Margherita 11.542.981; 2006, Ulivo 11.928.362; 2008, PD+radicali 12.098.908, e solo più avanti dice che *forse tre quarti di un milione* di voti di sinistra sono andati a Veltroni; c’è chi stima il doppio questo trasferimento di voti, ma solo sottraendo la cifra di Galli si avrebbe già nel 2008 11.348.908, una cifra inferiore al 2001.
Ma è strano anche perché Galli non applica alla situazione le sue capacità d’analisi psicologica: il PD ha consapevolezza del “delitto” politico commesso, e, pur stando nel postmoderno (e non disprezzandolo), elabora il lutto conseguente nel modo più arcaico, con gli alti lai per la sonora vittoria dell’antagonista.
Mia nonna buonanima – la più estremista della mia famiglia – direbbe ancora oggi: è che gli rimorde la coscienza; se quest’esito l’avevi previsto tu, caro nipote, con tutta la stima che ho per te, era certamente prevedibile anche da politici di professione. E’ vero: sono andati alle elezioni come al tavolo verde! Questo – e la conseguente scomparsa della sinistra – non lo perdonerò mai.

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