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venerdì 11 gennaio 2008

L'ENI taglia i servizi al Centro Sportivo Metanopoli!

Con la chiusura improvvisa delle forniture di acqua calda al Centro sportivo Snam, avvenuta all’improvviso nella mattinata del 10 gennaio scorso su decisione di Eniservizi, San Donato ha toccato il fondo.

C'è di che restare allibiti dalla leggerezza e insieme dalla spregiudicatezza con cui le parti in causa hanno gestito la situazione, senza avere il benché minimo occhio di riguardo verso i cittadini-utenti, cacciati fuori letteralmente dagli impianti per il cui utilizzo hanno regolarmente pagato. Sono loro, siamo tutti noi, le vittime, vere, di una triste e squallida guerra tra l’Eni e la Gism (la società che gestisce il Centro), con in mezzo il Comune (pardòn, il sindaco), prontissimo a trasformarsi nel macigno da lanciare sulle fragili fondamenta dell’ex “gioiello” di San Donato per finalità assai poco chiare.

Da una parte c’è una società che non è più nemmeno l'ombra di quello che fu (l'Eni) e che si fa usare da Dompè (il quale soffia allegramente sul fuoco del contenzioso) per i suoi personalissimi disegni; dall’altra c’è un operatore in evidente affanno, che cerca di dimostrare in ogni modo il lavoro svolto per uscire dalla voragine debitoria ma non trova appigli nell’amministrazione – che si rifiuta addirittura di incontrarne i vertici per confrontarsi sul futuro –; si aggrappai dove può con comunicati a pagamento pubblicati a destra e a manca, e cerca sponde – finora non arrivate - da chi lì l'ha piazzato, affidandogli in gestione per trent’anni la struttura sportiva più importante della città. In mezzo i poveri utenti, costretti a lasciare piscina, palestre e parquet pena un'inopinata influenza!

Mai, in quasi 60 anni dacché esiste l'Eni, in riva al Redefossi, si era arrivati a tanto scempio. E’ questa la cultura dell’interesse pubblico che dimostrano “il cane a sei zampe” e, cosa assai più grave, l’amministrazione comunale? E’ mai possibile che il primo cittadino, interpellato ad hoc tramite il suo sedicente portavoce (Dompè di persona non comunica con gli organi di stampa e fatica a farlo anche con i consiglieri e le forze politiche, com’è noto), stia rintanato nella sua torre di via Battisti e non profferisca parola, salvo scaricare su chi l’ha preceduto le responsabilità dell’attuale catastrofe? Non dovrebbe, un amministratore che si rispetti, prendersi cura del bene pubblico e lavorare per perseguirlo? E non dovrebbe comunicare con i suoi cittadini e spiegar loro cosa succede e muoversi per riaprire un centro frequentato giornalmente da centinaia di persone? O dobbiamo pensare che sotto covi n disegno preciso volto a far saltare l’attuale convenzione per affidare ad altri (l’azienda comunale trasformata in srl o magari qualche società di “amici”) la gestione del centro, senza riguardo alcuno per quanto accadrà da qui ad allora?

Se qualcuno sa, risponda!

Marco Ostoni

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono un cittadino sandonatese e credo che tutto questo problema non dipenda dal nuovo sindaco di san donato ma dall'amministrazione precedente. Credo che l'ultima parte del discorso non sia proprio a vostro favore.
Cercate prima voi di essere trasparenti, visto che avete amministrato per diversi anni questa città e molte cose a mio avviso, si sono fatte con poca trasparenza.
Visto che voi siete i puritani, le anime bianche, perchè avete lasciato per trent'anni la gestione del parco a una sola società???
probabilmente anche voi avete degli scheletri nell'armadio.
Cercate di essere realisti nella vita e andate a lavorare seriamente invece di parlare parlare parlare e non fare NIENTE.

Anonimo ha detto...

non condivido assolutamente le sue conclusioni.
ma non entro nel merito soprattutto perchè proprio lei che lancia accuse e insinua la presenza di scheletri nell'armadio, lo fa di nascosto, da anonimo, senza il coraggio di firmare.
spero che in fututo lei vorrà uscire da questa clandestinità internettiana per poterci confrontare e affrontare costruttivamente i problemi e le questioni legate alla nostra san donato.
Silvia

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