Sito PD

Il blog del PD di San Donato non verrà più aggiornato.

Il circolo di San Donato ha infatti creato un sito, strumento che più del blog è in grado di permettere a tutti di partecipare alla costruzione del Partito democratico a San Donato.


Ringraziamo tutti coloro che in questi mesi sono intervenuti, vivacizzando questo luogo virtuale e rendendolo un punto di riferimento importante nella vita politica sandonatese.

domenica 25 novembre 2007

Giovanni Bianchi segretario provinciale

La Repubblica 25 NOVEMBRE di RODOLFO SALA
Ma scoppia la polemica tra Lerner, Toia e Mirabelli. È un incarico a tempo, in primavera verrà nominato il nuovo segretario. Evitato lo scontro Farinone-Treu.

La spaccatura tra i delegati è stata evitata in extremis. Ma il candidato ufficiale Enrico Farinone ha dovuto farsi da parte e all´alba le diverse anime del Partito democratico si sono messe d´accordo su un segretario «di garanzia» che accontenta tutti: Giovanni Bianchi, 68 anni, già presidente nazionale delle Acli e poi del Ppi è il primo coordinatore provinciale del Pd. La carta Bianchi è stata giocata dopo una trattativa lunghissima, e anche parecchio aspra, tra le correnti, quando ormai si stava profilando un muro contro muro che avrebbe pregiudicato il battesimo del Pd milanese. E quando si è capito che Farinone, il candidato sostenuto soprattutto dagli ex segretari di Ds e Margherita, Franco Mirabelli e Patrizia Toia, non avrebbe avuto i numeri per passare. Si profilava uno scontro: da una parte Farinone, dall´altra Cristina Treu, proposta dai bindiani, ma appoggiata anche da una parte dei veltroniani (tra cui Filippo Penati) che consideravano non abbastanza innovativa e frutto delle vecchie appartenenze la candidatura del parlamentare Farinone. È finita con una mediazione, e adesso tutti si dicono contenti, attribuendosi il merito della soluzione unitaria. Con qualche distinguo. «Ipocrita pensare di essere tutti d´accordo», annota Milly Moratti, mentre Lino Duilio - ex popolare proprio come il nuovo coordinatore - ha parlato di «risultato pre-confezionato» annunciando l´astensione.Il cattolico Bianchi è stato proposto alla platea dal laico-riformista Michele Salvati, che lo ha paragonato addirittura allo «Spirito Santo». Poi, dal palco, sono arrivati i via libera da tutti quelli che fino a poche ore prima si erano contrapposti a muso duro. Il bindiano Gad Lerner non ha rinunciato a un po´ di pepe: «Totale adesione al nome di Bianchi, che ha ricevuto la telefonata d´investitura solo stamattina: la notte ha portato consiglio, qualcuno ha receduto da posizioni che cercavano di spaccarci, ma Bianchi è il primo a sapere che non è la risposta al futuro, ma solo l´arimortis». Piccata la replica della Toia: «Le candidature sono tutte legittime, anche quelle che nascono da noi che abbiamo fatto politica nei vecchi partiti, e che ora garantiamo una scelta di responsabilità, per non dividere il Pd alla sua nascita». E Mirabelli: «Quando si fa una scelta unitaria si è più forti e non più deboli». I più felici sembrano tuttavia i giovani pasdaràn veltroniani come Pierfrancesco Majorino e Gabriele Messina: «Adesso si può davvero costruire il cambiamento con scelte coraggiose».

4 commenti:

attilio t ha detto...

La prima impressione che traggo dall'elezione di Giovanni Bianchi a coordinatore del PD provinciale è che la volontà di fondare il partito su basi nuove sia di sostanza che di forma (che in politica è sempre sostanza...) è ormai un fatto assodato e condiviso da una larghissima base. L'accantonamento di una candidatura frusta ed inadeguata a raccogliere ampi consensi come quella di Enrico Farinone è un fatto nuovo con cui bisogna fare i conti, perché rappresenta la voglia (e non solo di "bindiani" e "lettiani", ma anche di molti "veltroniani" e di tanta gente comune dietro di loro) di tagliare con i vecchi metodi spartitori e di restituire alla gente l'iniziativa ed il gusto di poter scegliere i propri organi dirigenti. Giovanni Bianchi è l'esempio di come il "nuovo" possa benissimo prendere forma dal "vecchio", quando il "vecchio" significa saggezza politica, competenza, voglia di giocarsi fino in fondo nel faticoso ma meraviglioso gioco della politica. Del nuovo come del vecchio abbiamo bisogno, purché l'uno e l'altro rimettano il cittadino, e non le nomenclature di riferimento, al centro dell'azione politica e al cuore della loro legittimazione. Adesso tocca a noi cogliere al volo la lezione e non sprecare l'opportunità a livello locale.

Gianfranco ha detto...

Condivido la sottolineatura di Attilio, aggiungo un pensiero, di Rosy Bindi (intervista 24 Novembre 2007 da L’UNITÀ), sul passaggio delle elezioni provinciali e le prossime territoriali che riflette l'importanza di questi passaggi e la necessità di affrontarli con la dovuta intelligenza politica.

«È chiaro che non mi convincono le norme previste. Né per questi, che sono provvisori, né tanto meno per quelli definitivi, perché si finirà per avere due fonti di legittimazione diverse a seconda dei livelli di rappresentanza. E visto che il partito vero, quello della carne e del sangue, delle passioni, delle opere e dei pensieri è quello che si radica nel territorio, temo che il Pd parta con già del piombo in quelle ali che invece dovrebbero consentirci di volare. E questo perché c'è una maggioranza che non lascia spazi a nessuno, e che nello stesso tempo incomincia a dare segnali di divisione al suo interno».

Gianfranco ha detto...

Scritto da Nando dalla Chiesa
Sunday 25 November 2007

Lo sapete chi è stato eletto segretario provinciale provvisorio (ossia in attesa del congresso) del Pd milanese? Risposta: Giovanni Bianchi. Sì, l'ex presidente delle Acli e del Partito popolare. Immagino l'obiezione: e questo sarebbe il nuovo? Obiezione accolta solo in parte. Non solo perché modernità mentale e anagrafe non coincidono. Non solo perché, essendo stato eletto segretario lombardo il trentenne Martina, un "grande vecchio" provvisorio su Milano ci può star bene. Ma perché la soluzione immaginata prima che si arrivasse a Bianchi era davvero quanto di più antico e asfittico potesse immaginarsi. Un bell'accordo stretto da mesi tra le precedenti segreterie di Ds e Margherita, deciso già prima che si facessero le primarie, per spartire le cariche cittadine secondo provenienza. Un diesse alla regione, un margherito (anzi: un popolare) alla provincia, un altro diesse (di altra corrente) alla città. Caselle da riempire poi mica secondo criteri di pubblico prestigio, come sarebbe doveroso per un nuovo partito che presenti il proprio biglietto da visita alla capitale del nord; ma da riempire secondo princìpi di fedeltà personali. Una minestra concettualmente immangiabile. E che però si pretendeva di fare trangugiare lo stesso agli eletti delle primarie, imponendo loro degli accordi che nessun consesso ufficiale aveva mai nemmeno esaminato.

Per questo il fatto che il disegno sia saltato mi ha riempito di gioia. Perché vuol dire che il Partito democratico è davvero qualcosa di diverso dalla somma di Ds e Margherita. Che ha altri polmoni, altro sangue, e che non eredita supinamente alcun accordo sui nomi. Bianchi lo conosco abbastanza bene, e da tempo. E' persona colta, pulita, non ambiziosa, mai amata davvero dai suoi più potenti compagni di vita politica (è stato l'unico ex popolare a non venire ricandidato in parlamento a causa dell'età e delle legislature fatte...). Sarà di garanzia per tutti. Semmai una cosa non mi va giù: che sia stato scelto non per i suoi meriti personali, conquistati in una lunga militanza civile e politica, ma -come si è detto troppe volte- perché "di area cattolica", a conferma che comunque c'era un accordo di spartizione. Ecco, a me che Bianchi sia di area cattolica non importa un fico secco. E dichiaro che non mi importerà mai un fico secco per nessuno se sia laico o cattolico, ex o no, ed ex di che cosa. Perché se queste cose dovessero avere per me anche una minima importanza mi trasformerei in un potenziale becchino del Pd, in un portatore sano della malattia che può ucciderlo. E spero che lo stesso pensino e vorranno dire tanti aderenti del nuovo partito

Unknown ha detto...

Sta arrivando velocemente più di quanto si vuole e si pensa il momento di competere con le idee lasciando da parte tatticismi di partito e accordi sulla testa della gente.
Noi a livello locale abbiamo ora il DOVERE di dare un segnale forte di voler sottoporre al giudizio della gente, idee e programmi su come articolare l'attività negli anni di opposizione che ci aspettano e come elaborare un programma di Governo della Città per il Futuro.
Qundi mettiamoci al lavoro e chi vuole concorrere a questo entusiasmante progetto si metta in pista: non ci sono precclusioni e non ci devono essere per nessuno, ma nessuno ha acquisito diritti per passate militanze

Contatore